Se vi chiedessi la diagnosi di una persona con le seguenti caratteristiche:
- estremamente volubile
- lunatica
- molto emotiva ma a tratti insensibile
- che calcola in modo molto soggettivo le conseguenze delle proprie azioni
pensereste probabilmente ad un soggetto con la stabilità psicologica di ubriaco su un piede solo.
Ma tutto cambia se il soggetto in questione è un adolescente.
Nel mondo dello scrittore inglese J. R. R. Tolkien la Terra di Mezzo è il mondo immaginario dove convivono creature fantasy come orchi, hobbit, maghi e così via dicendo. Nel nostro mondo la terra di Mezzo potremmo definirla l’adolescenza.
L’adolescenza si trova fra l’infanzia e l’età adulta … più Terra di Mezzo di così!
Oltre ad essere una fase particolarmente incasinata potremmo anche asserire essere un po’ più bistrattata dalla letteratura. Se infatti in libreria osserviamo uno scaffale di psicologia dello sviluppo i libri che trattano di adolescenza saranno probabilmente una minoranza rispetto a quelli che parlano di infanzia.
È un po’ il destino di questa Terra di Mezzo. Fonte di frustrazione e mistero per molti di noi.
Non sono bambini, piccoli ed indifesi (a volte); non sono adulti, comprensibili e talvolta prevedibili nei loro bisogni. Gli adolescenti … sono proprio un altro pianeta.
Un pianeta che ci fa proprio incazzare a volte, aggiungerei.
“Dov’è quel frugoletto che mi correva incontro felice di vedermi?” mi chiedeva una mamma dopo aver scoperto la figlia tornare ubriaca a casa (alla medesima ora nella quale lei usciva per andare a lavoro!). Quello dell’adolescenza è un mondo strano che a volte vorremmo finisse il prima possibile (quando si tratta dei nostri figli) … ma che merita le giuste attenzioni.
Anzitutto esaminiamo ciò che è non opportuno fare. Un grande primordiale errore è quello di approcciarsi ad esso con gli occhi di un adolescente degli anni ’80. Anzitutto probabilmente abbiamo la memoria piuttosto corta (o parziale) nel ricordare la nostra adolescenza. Aggiungerei che in aggiunta alle amnesie selettive che ci ritraevano adolescenti equilibrati e prestanti probabilmente non teniamo adeguatamente conto del contesto storico.
OGNI TEMPO HA IL SUO ADOLESCENTE
Parliamoci chiaramente, nascere in un mondo nel quale:
- I social non esistevano
- I cellulari li avevano solo i ricchi
- Whatsapp rende facile l’organizzazione di una serata, una cena, una ricerca ecc. (non inverosimili catene telefoniche!)
- Per accedere a materiale “osé” dovevi sperare nell’accondiscendenza dell’edicolante che ti guardava con sguardo misto malizioso e paternalistico
- Per fare una ricerca richiesta dal prof. di scienze dovevi chiuderti in biblioteca giorni e non andare pochi minuti su Wikipedia
- Per spostarti dall’altra parte della città avevi solo i mezzi pubblici e se eri fortunato possedevi un “ciao” (che anche se truccato non superava i 30 km/h)
- Se mandavi a quel paese un genitore la stella madre del sistema solare chiamata comunemente “sole” la rivedevi il mese successivo
ci ha fatto vedere un mondo molto diverso rispetto a quello che vedono oggi i nostri ragazzi e le nostre ragazze. Aggiungerei inoltre che potremmo passare la giornata ad enumerare le differenze, sul piano economico, politico, culturale, geopolitico ecc. … e non basterebbe!
La chiave di una genitorialità non consiste solo nella comprensione delle dinamiche interne dei nostri figli, ma bensì nella nostra capacità di star loro vicini nonostante le grandi differenze! Ciò non significa ovviamente legittimare le loro cazzate o non porre loro limiti. Significa far sentire loro che ci siamo .. nonostante comportamenti (ai nostri occhi) imperscrutabili o incredibilmente strani.
Sarebbe indubbiamente la via più facile:
- Dir loro che star male per un menomato mentale con i pantaloni dotati di un cavallo alle ginocchia è follia
- Far loro notare che se non escono un singolo sabato sera non è detto che si presenteranno al portone di casa i quattro cavalieri dell’Apocalisse (Giovanni 6,1-8)
- Che se il cellulare si rompe non è come se fossero entrati in tilt i sistemi di sicurezza dalla Centrale nucleare a fissione di Chernobyl
Mandare a pezzi il loro mondo non ci servirà per fargli cambiare loro idea sulle loro bislacche convinzioni né tanto meno a farci apparire accoglienti. Cerchiamo di ascoltarli, facciamo loro domande quando possibile, resistiamo alla tentazione di dare consigli, evitiamo di giudicarli ogni minuto! Impariamo a stare zitti e ascoltiamo senza commentare!
Mi sento poi di dare una dritta che nessun libro vi hai mai rivelato, e che io ho imparato a mie spese. Se un adulto parla della sua lezione di zumba probabilmente sta parlando proprio della lezione di zumba.
Lineare e praticamente banale.
Se un adolescente parla della sua lezione di zumba probabilmente infila all’interno della comunicazione indizi (preziosissimi!) che parlano proprio di lui. Delle sue emozioni, del suo stato d’animo, delle sue ansie, delle sue paure, il suo senso di inadeguatezza ecc.
Per spiegarmi chiaramente: gli adolescenti non parlano facilmente di loro stessi come lo farebbe un adulto. “Discorsi-fiume” nei quali la parola “io” regna incontrastata su ogni altro vocabolo è una modalità comunicativa prevalente in noi adulti.
Gli adolescenti vi parleranno di mille cose (molte potrebbero sembrare anche futili!) ma che, se ascoltate con attenzione, contengono piccoli pezzi di un complesso puzzle chiamato “adolescente”.
Siamo stressati, affaticati e carichi di lavoro. Non ci è facile quindi fare gli Indiana Jones alla scoperta di segnali nascosti nella comunicazione adolescente (è comprensibile). Ad aggravare il tutto il fatto che le “preziose rivelazioni” avvengono più facilmente quando siamo in ritardo a lavoro (e non stiamo trovando le chiavi della macchina) piuttosto che in un assolato pomeriggio di giugno durante una passeggiata al parco.
Ma l’adolescente è così … Non ha le nostre priorità, i nostri tempi … il nostro modo di vedere il mondo
Rimaniamo a disposizione per offrire un tentativo di traduzione nel linguaggio adolescente
AUTORE: Dott.Matteo Marini
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